Alla Biblioteca comunale “Pablo Neruda” Stefano Romagnoli presenta il libro “Contadini, fiascaie, guardie e sacerdoti”

Venerdì 24 marzo 2023, alle 17, alla Biblioteca comunale “Pablo Neruda”, Piazza VIII Marzo 1944, si terrà la presentazione del libro di Stefano Romagnoli dal titolo “Contadini, fiascaie, guardie e sacerdoti. Vita e società nella Toscana centrale fra Ottocento e Novecento”, edito da GoWare, 2022.

A dialogare con l’autore Daniela Mugnai e l’attore e regista teatrale Franco Ignesti che leggerà alcuni brani del libro.

IL LIBRO. Lo studio si propone di ricostruire la vita dei ceti popolari nell’area empolese e nel medio Valdarno a cavallo fra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX.
La scelta di studiare questo periodo è stata determinata dal fatto che in questi anni si evidenziano i primi segni delle novità che caratterizzeranno il periodo dopo la prima guerra mondiale e che porteranno al regime fascista. Queste tracce saranno poi ancora riscontrabili nello sviluppo economico e sociale che investirà questo territorio nel secondo dopoguerra e che lo porterà a sperimentare quella forma sociale particolare che alcuni studiosi hanno chiamato “distretto industriale”. Fra la fine dell’800 e l’inizio del 900, infatti, emergono in questa terra forze e tendenze che creano piccole crepe in una società sostanzialmente statica da circa un secolo. Questi fattori si manifestano sia nella struttura produttiva che nella vita quotidiana ma non modificano il segno
generale della società empolese pur movimentandone la superficie. Si sviluppa un primo nucleo di industrie, seppur in forme molto particolari, cresce un ceto “borghese” che si allea con la tradizionale proprietà fondiaria per la gestione delle comunità locali, si sviluppa un primo movimento socialista che dà espressione ai senza voce. E nonostante ciò, il sistema sociale familiare di fatto non si altera, la stratificazione del potere si perpetua, la mobilità fisica e sociale è quasi inesistente.

In questo periodo si attivano condizioni che al momento non sembrano incidere ma che nel tempo segneranno le condizioni basilari per una diversa e articolata società: sono le novità legate alla
mobilità (dalla ferrovia alle prime automobili), al diffondersi di nuove forme di assistenza e sanità (i primi medici condotti, lo sviluppo delle organizzazioni di volontariato, lo sviluppo dell’ospedale), alle nuove forme di socialità (sindacali, sportive, culturali). Soprattutto si assiste alla prima grande alfabetizzazione, certamente funzionale alle nuove esigenze dell’economia, che porta la capacità di leggere e scrivere ad oltre i due terzi della popolazione.
In questo studio abbiamo volutamente tralasciato la puntuale ricostruzione della nascita e dello sviluppo del movimento politico e sindacale socialista che culminerà nel 1901 con la nascita ad Empoli della Camera del Lavoro e del giornale “Vita Nuova”. In parte perché già studiato, in parte perchè il nostro obiettivo è quello di ritrarre una società sostanzialmente mezzadrile nel suo tentativo di adeguarsi alla mutata realtà economica o sociale italiana senza autodistruggersi. Siamo certi che questo tentativo abbia creato un sistema sociale originale per la Toscana che merita di essere approfondito.

La struttura di questo lavoro si articola in due sezioni, una dedicata alla ricostruzione del sistema economico locale, la seconda incentrata sulle condizioni di vita e la vita sociale e relazionale. Il tutto viene preceduto da alcune pagine, cresciute nel tempo della redazione, dedicate al territorio che punta ad evidenziare i vincoli imposti dalla struttura geografica, dal lavoro dell’uomo e dalla organizzazione delle infrastrutture, allo sviluppo economico e sociale dell’area empolese. La prima sezione parte dai dati sulla popolazione attraverso i censimenti 1861-1921 per provare,
successivamente, a ricostruire il tessuto industriale e artigianale del territorio e, nel terzo capitolo, disegnare la struttura delle campagne e il rapporto di conduzione mezzadrile. Quest’ultima parte sarà quella dove l’analisi sarà più complessa stante lo stato delle fonti, la notevole distanza temporale fra esse e il “silenzio” che circonda la realtà colonica.
Nella seconda sezione cercheremo di evidenziare le condizioni materiali di vita (condizioni di lavoro, sanitarie, abitative ecc) e i problemi legati ad una vita sociale e a rapporti interpersonali spesso giocati sul filo della diffidenza e della violenza. Un capitolo sarà dedicato alla scuola che in questo periodo assume, per la prima volta, dimensioni di massa. In particolare proveremo a cogliere i nuovi atteggiamenti e le modifiche alle regole ordinarie di comportamento. Le riteniamo rilevanti perché siamo profondamente convinti che questi aspetti siano fattori non secondari delle dinamiche dello sviluppo del territorio empolese.

Le fonti sono state gli archivi del Comune di Empoli, di Montelupo F.no e dell’Ospedale S.Giuseppe di Empoli, oltre a tutti giornali del periodo e a molte pubblicazioni dell’epoca.

L’AUTORE. Stefano Romagnoli si laurea in Storia Moderna a Firenze nel 1984 con una tesi sui ceti popolari nell’Empolese alla fine dell’Ottocento. Dopo alcune ricerche sull’industria conciaria nel periodo fascista, la vita lo porta ad occuparsi per oltre 10 anni di sviluppo economico presso un consorzio di aziende della moda, poi per i successivi venti anni, presso la Regione Toscana, di promozione economica e di turismo con incarichi dirigenziali. Nel 2001 pubblica un piccolo saggio sulle origini del movimento operaio per il centenario della Camera del Lavoro di Empoli.